giovedì 29 ottobre 2009

Acquaaaaaaaa....

LA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO

Con quali criteri e perché è stata scelta proprio Veolia?

Perché coinvolgere i privati francesi in una gara che doveva presentare come competitive le Aziende pubbliche?

Questo precedente così pesante condizionerà le scelte future prossime anche nella Provincia di Milano, dove in 5 anni la giunta Penati non ha voluto rimettere in discussione l’impianto previsto che prevede la gara per la scelta del socio privato?


Comitato Milanese Acquapubblica

http://www.eset.com

mercoledì 28 ottobre 2009

Sul caso Gariboldi

COMUNICATO STAMPA DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA

Sul “caso Gariboldi” e la nostra richiesta di dimissioni del Presidente della Provincia

Di fronte agli sviluppi del “caso Gariboldi” che, al di là delle decisioni della Magistratura, ha comunque messo in luce, con le stesse dichiarazioni dell’Assessore e di Abelli, comportamenti che, in qualunque normale democrazia, non sarebbero minimamente accettati; di fronte all’assunzione di “responsabilità” del Presidente Poma che, nel Consiglio provinciale del 25 Settembre 2009 (dove si discuteva della nostra mozione per il ritiro della delega) dichiarava il pieno sostegno alla Gariboldi e anzi rivendicava testualmente “non chiedete le sue dimissioni, ma le mie”; di fronte ad una deriva dell’Amministrazione provinciale grave sulla questione morale aperta e tale da suscitare sfiducia tra i cittadini verso le stesse Istituzioni, non ci rimaneva, naturalmente, che proseguire la nostra azione con una mozione dove, doverosamente, si chiedevano le dimissioni di Poma.

Ora, nella Conferenza dei Capigruppo, il Presidente del Consiglio provinciale, Bassanese, invocando una norma dello Statuto della Provincia, ha impedito l’inserimento all’ordine del giorno del Consiglio provinciale del 18 Novembre prossimo della nostra mozione. Riteniamo questo un fatto gravissimo, in quanto, di fronte all’aprirsi di una questione morale di tale portata, l’Amministrazione provinciale doveva confrontarsi in Consiglio provinciale sulla precisa richiesta di dimissioni. D’altronde, su altre questioni (per es. la politica generale della Provincia) il nostro Gruppo aveva già presentato, a suo tempo, una mozione di sfiducia che fu dibattuta dal Consiglio provinciale. Ovviamente, non ci aspettiamo che il centro-destra voti la sfiducia, anche perché, al di là di qualche mal di pancia della Lega Nord, questo è ben attaccato al suo potere, ma riteniamo che il ruolo fondamentale dell’opposizione sia quello di sollevare nelle sedi opportune e con gli strumenti possibili questioni che riguardano tutti i cittadini.

Quindi l’Amministrazione provinciale abbia il coraggio di andare al voto nel Consiglio provinciale su una mozione come la nostra. O forse costoro vogliono evitare lo spettacolo di una loro vergognosa mozione contrapposta come quella del 25 Settembre scorso, dove tutto il centro-destra (Lega Nord compresa) riaffermava la piena fiducia alla Gariboldi?

E’ chiaro che questi espedienti non hanno nessuna efficacia, perché il nostro Gruppo consiliare non tralascerà tutti gli strumenti per dibattere la questione morale apertasi.
Parimenti ci sembra incomprensibile che il P.D., ad espressa richiesta del nostro Capogruppo di firmare la richiesta di dimissioni, abbia preferito rispondere che “imboccheranno un’altra via” che è quella della semplice discussione in Consiglio, accompagnata da una loro richiesta, francamente debole nei confronti di Poma.
Rifondazione Comunista continuerà a battersi in Consiglio provinciale e fuori, tra i cittadini, perché sia combattuto il malcostume e perché, soprattutto di fronte ad una crisi sociale devastante, le Istituzioni democratiche facciano il loro dovere di garanti della vita democratica e di sostegno ai cittadini colpiti dalla situazione economica.

Teresio Forti Consigliere provinciale del Partito della Rifondazione Comunista
Giuseppe Invernizzi Consigliere provinciale del Partito della Rifondazione Comunista
Giuseppe Abbà Segretario provinciale del Partito della Rifondazione Comunista

Pavia, lì 28 Ottobre 2009

giovedì 22 ottobre 2009

Mozione di sfiducia



PROVINCIA DI PAVIA
____________________
Gruppo Consiliare
P.R.C.


Al Presidente
della Provincia di Pavia
Vittorio POMA
S E D E

Al Presidente del
Consiglio provinciale
Bassanese Luigi
S E D E


OGGETTO: Mozione di sfiducia.

I sottoscritti Consiglieri provinciali Forti Teresio e Invernizzi Giuseppe:

- visto gli sviluppi della vicenda giudiziaria relativa all’Assessore Rosanna Gariboldi con l’ordinanza di custodia cautelare della stessa;

- considerato che, al di là degli sviluppi ulteriori dell’inchiesta della Magistratura, i fatti comunque emersi sono di una gravità eccezionale per un Amministratore pubblico (conti cifrati a Montecarlo, commistioni con un imprenditore, anche lui arrestato e che tratta bonifiche per gli enti pubblici, ecc.);

- preso atto che la maggioranza di centro-destra ha respinto, nel Consiglio provinciale del 25 Settembre 2009 la mozione del nostro Gruppo consiliare che richiedeva, come sarebbe stato doveroso, il ritiro della delega assessorile alla Gariboldi, e che, inoltre, il Presidente Poma, sostenuto da una “claque” quantomeno inopportuna, di amministratori ed esponenti della destra, si assumeva la responsabilità piena di aver nominato l’Assessore sotto inchiesta, sfidando altresì a chiedere le sue (del presidente) dimissioni;

- considerata l’estrema gravità di tali atteggiamenti che configurano una deriva dell’Amministrazione provinciale in direzione tale da suscitare sfiducia nei cittadini;

chiedono che nel prossimo Consiglio provinciale sia discussa la seguente

mozione

“Il Consiglio provinciale, in merito agli atteggiamenti assunti dal Presidente Poma sul “caso Gariboldi” ed illustrati in premessa, esprime sfiducia nei confronti del Presidente e ne richiede le immediate dimissioni”.

Pavia, lì 21/10/2009
I Consiglieri di P.R.C.
Forti Teresio
________________________

Invernizzi Giuseppe

_______________________________

mercoledì 7 ottobre 2009

Scuso fiscale

Qualche indicazione sullo scudo fiscale approvato pochi giorni fa.


lunedì 5 ottobre 2009

Dove eravate, 32 dipendenti infedeli?

In relazione alla gravità della situazione che stiamo vivendo, in virtù del fatto che 32 persone non erano al loro posto di lavoro (ovvero il parlamento), come coordinamento ci aggreghiamo all'appello lanciato tramite il blog di Beppe Grillo fiduciosi di ricevere qualche notizia in merito.

Scopri chi sono i 32 dipendenti infedeli

Scudo fiscale

Alcuni giorni fa è stato approvado lo scudo fiscale e il tutto grazie all'assenza di 32 deputati dell'opposizione. La loro mancanza è ancor più grave in quanto al provvedimento era stata posta la fiducia quindi, se fossero stati presenti votanto NO, il governo sarebbe caduto. Un grossa occasione persa. Il nostro blog vuole pubblicare i nomi di queste persone che hanno vergognosamente tradito la fiducia di chi li ha votati:

Dell''Idv: Aurelio Misiti
Del Pd: Ileana Argentin, Paola Binetti, Gino Bucchino, Angelo Capodicasa, Enzo Carra, Lucia Coldurelli, Stefano Esposito, Giuseppe Fioroni, Antonio Gaglioni, Dario Ginefra, Oriano Giovanelli, Gero Grassi, Antonio La Forgia, Marianna Madia (assente perch... Visualizza altroé si è dovuta sottoporre ad un importante accertamento medico), Margherita Mastromauro, Massimo Pompili, Fabio Porta, Giamomo Portas, Sergio D'Antoni (ricovero urgente per accertamenti medici presso la clinica universitaria Sant'Orsola Malpighi di Bologna) e Linda Lanzillotta, Giovanna Melandri, Lapo Pistelli (tutti e tre impegnati a Madrid per seguire, per conto del Partito Democratico e del gruppo parlamentare che aveva autorizzato la missione, i lavori del Convegno «Global Progress Conference» promosso dal Center of American Progress e dalla Fundacion Ideas para el progreso).
Dell'Udc: Francesco Bosi, Amedeo Ciccanti, Giuseppe Drago, Mauro Libè, Michele Pisacane, Salvatore Ruggeri.

domenica 4 ottobre 2009

Quello che le tv non dicono

Linkiamo un video di You Tube riguardante la protesta dei messinesi e il comportamento tenuto da una troupe del Tg2.

Non ci troviamo in un regime?

Testimonianza di una giornalista precaria

Da "piccola" giornalista e per la mia esperienza (14 anni) nelle redazioni posso dire che:
- da una parte sono contenta che ci si mobilità, quando la gente scende in piazza vuol dire che almeno reagisce.

- dall'altra, il vero problema è che l'informazione non esiste.
Che sono almeno 10 anni che è in continua e repentina discesa la capacità di informare la gente... troppo lungo da spiegare il crollo della professionalità dell'informazione è determinato da una miriade di fattori:
alcuni esempi?
* come si può pensare di parlare di vera informazione quando i quotidiani più importanti pagano 15 euro a pezzo? e a volte se si trova chi scrive gratis meglio ancora.
* e poi c'è il gruppone di chi grazie ai "santi in paradiso" è riuscito ad avere un contratto giornalistico. Che bravi.. e secondo voi per questi signori è più importante conservare il contratto (ottimo per la categoria) oppure fare le mosche bianche che cercano la verità...

potrei continuare...

Cmq mettere il bavaglio serve poco, quelli che sono in grado di fare la differenza nel settore dell'informazione sono pochi, l'incapacità è l'ingnoranza dilaga nelle redazioni.
Sono mesi che si parla delle "amanti" di Berlusconi... ma la memoria storica dove l'avete lasciata?
cosa credete che succedeva negli anni 80-90, nella Milano da bere... ma almeno a quei tempi si cercava di informare, il giornalista d'assalto esisteva, il gossip non era la notizia primaria. Ci si occuopava di cose più importanti.
Credete veramente che una volta spazzata via la classe politica che ha vissuto nel mondo di Tangentopoli, l'unica cosa che ci rimane da dire è quello che fa tra le lenzuola il presidente del consiglio?


ciao a tutti
Sara

venerdì 2 ottobre 2009

Reporters sans Frontieres

Pubblichiamo per conoscenza l'appello di Reporters sans Frontieres inerente la libertà di stampa in Italia.


Mercoledi, 1 Ottobre 2009

ITALIA – BASTA COSI’ SILVIO BERLUSCONI SI AVVICINA ALLA LISTA DEI PREDATORI DELLA LIBERTÀ DI STAMPA

Nelle ultime settimane, il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi ha moltiplicato le pressioni e gli attacchi diretti ai media. Il premier reclama un risarcimento danni di un milione di euro al quotidiano La Repubblica perché il giornale gli chiede da due mesi di rispondere a dieci domande sulla sua vita privata, sulla natura del suo rapporto con una minorenne e con alcune "escort girls" che sostengono di aver partecipato a delle feste nelle sue ville a Roma e in Sardegna. Il premier, inoltre, chiede tre milioni di euro al quotidiano L’Unità che ha pubblicato un’inchiesta sullo scandalo di corruzione che riguarda i festini organizzati per il capo del Governo.
Non solo Berlusconi cerca di imporre alle televisioni pubbliche e ai media del suo impero Mediaset una visione edulcorata e positiva delle sue attività, oggi il Presidente del Consiglio vuole anche controllare la linea editoriale dei media indipendenti italiani ed internazionali. Berlusconi ha infatti deciso di querelare il quotidiano spagnolo El Pais per la pubblicazione di alcune foto e il settimanale francese Le Nouvel Observateur per aver pubblicato un articolo intitolato «Sesso, potere e menzogne» che evoca la possibilità di un'infiltrazione della mafia russa ai vertici dello Stato italiano. Il presidente del Consiglio intende
inoltre agire per vie legali contro la stampa anglosassone del gruppo Murdoch, mescolando interessi privati e interessi di Stato. Silvio Berlusconi cerca inoltre di influenzare la comunicazione della Commissione europea relativa ad alcune problematiche delicate come, ad esempio, la politica dell'immigrazione italiana. Anche il mondo del cinema è stato colpito e le pressioni esercitate sulla RAI per impedire la diffusione del trailer del film «Videocracy» rendono la situazione ancor più inquietante.
Questo “interventismo” è sfrenato e pericoloso. Silvio Berlusconi è stato eletto dal popolo italiano e questo gli dà certamente il diritto di governare, ma il suo importante ruolo contempla anche stringenti doveri: in primis quello di rispettare la Carta Europea dei diritti fondamentali che sancisce chiaramente, nel suo articolo 11, il rispetto della libertà di stampa. Oggi questa esigenza democratica è seriamente a rischio in Italia. Alle pressioni esercitate sui canali pubblici per ritardare o sopprimere la messa in onda di alcune trasmissioni per favorirne altre, alle quali partecipa il capo del Governo, si aggiungono le minacce formulate personalmente da Silvio Berlusconi nei confronti di alcuni giornalisti. In altri casi vengono messe in campo minacce indirette: come la minaccia dei vertici RAI di sospendere la tutela legale alla trasmissione di giornalismo investigativo Report, rea di aver realizzato un’approfondita e
scomoda inchiesta sul sistema radiotelevisivo italiano. Il premier e i suoi consiglieri cercano, inoltre, di influenzare la scelta dei giornalisti a cui verrà affidata la conduzione di alcune trasmissioni politiche. Tutti questi recenti episodi rappresentano serie violazioni della libertà di stampa che potrebbero comportare l'inserimento del "Cavaliere"
nella lista dei predatori della libertà di stampa, stilata da Reporters sans frontières: Berlusconi sarebbe il primo capo di Governo europeo ad essere incluso in questa lista. Ma Silvio Berlusconi non agisce solo e trova consensi e appoggi nella sua maggioranza, in quei deputati e senatori che dovrebbero in teoria proteggere i principi sanciti dalla Costituzione italiana. Un esempio: la Camera ha approvato lo scorso mese di giugno il disegno di legge sulle intercettazioni e il Senato si appresta a fare lo stesso. Il Ddl prevede multe salate e perfino il carcere per giornalisti e media che pubblicheranno il contenuto di intercettazioni per le quali è stata ordinata la distruzione, o anche solo il riassunto di conversazioni o flussi di comunicazione
riguardanti fatti e persone estranee alle indagini. Queste gravi ingerenze nei confronti dei media rappresentano un esempio deplorevole e scandaloso. Alcuni capi di Stato autoritari che privilegiano la censura alla libertà di espressione potrebbero evocare il caso italiano per legittimare le loro decisioni. Le azioni di Silvio Berlusconi, infatti, non solo mettono a repentaglio la sua credibilità, ma anche quella dell'Unione Europea. L’Europa non può permettersi il lusso di denunciare comportamenti politici inaccettabili in Paesi al di fuori delle proprie frontiere e, al contempo, tollerare “eccezioni” nei
suoi Stati membri. Il silenzio del Consiglio europeo al riguardo non potrebbe più essere accettato.
Reporters sans frontières, quindi, invita la Presidenza dell'Unione Europea a esortare il Presidente del Consiglio italiano, in occasione del prossimo summit europeo, a interrompere immediatamente le pressioni che esercita sui media italiani ed europei. Reporters sans frontières esprime la propria preoccupazione e formula nuovamente il suo
appello alle istanze europee oggi, alla vigilia della manifestazione nazionale di Roma del 3 ottobre alla quale parteciperanno il segretario generale di RSF Jean-François Julliard e il vicepresidente della sezione italiana Domenico Affinito.

47, rue Vivienne - 75002 Paris (France)
Tel : 33 1 44 83 84 67 – Fax : 33 1 45 23 11 51
europe@rsf.org - Plus d'informations ➥ www.rsf.org

giovedì 1 ottobre 2009

Libertà di stampa

Anche l'Unione della Sinistra - Italia dei Valori di San Martino Siccomario aderisce alla manifestazione indetta per la libertà di stampa.

Viva la libertà, Viva la democrazia, Abbasso la guerra!!!