domenica 30 agosto 2009

DOCUMENTO D'INTENTI PER DARE CONTINUITA' AL PROGETTO POLITICO "L'UNIONE DELLA SINISTRA-ITALIA DEI VALORI" SPERIMENTATO A SAN MARTINO SICCOMARIO

Il dato locale: San Martino Siccomario.

Dalle urne delle elezioni comunali esce un quadro che conferma la desolante realtà degli ultimi 8 anni, il tempo in cui si sono succedute le amministrazioni di centrodestra.
Il voto locale riconferma l'amministrazione uscente (di centrodestra) pur non raggiungendo essa stessa la maggioranza dei consensi dell'elettorato. I motivi li conosciamo e in questa sede li riproponiamo.
San Martino, è vero, negli ultimi vent'anni ha mutato la sua configurazione socio-economica, urbana e, di conseguenza, anche quella della sua società politica. Tuttavia il consenso possibile di un'alleanza di centrosinistra mantiene inalterato,
negli anni, il suo bacino di riferimento: 1500-1600 voti.
Il punto di discrimine reale (ed è il problema) è che la forza di maggioranza relativa nel contesto del centrosinistra non va incontro all'esigenza di costruire tale alleanza per preferire formule astratte generanti liste civiche senza un profilo chiaro, netto e riconoscibile con trasparenza e immediatezza dal nostro elettorato. E per la terza volta (2001, 2004, 2009) si riconsegna il Comune al centrodestra il quale gradualmente ma in modo costante, data la posizione di particolare privilegio essendo alla guida dell'istituzione, aumenta i propri consensi rispetto alle tornate precedenti.
La scelta del Pd locale anche questa volta da' il senso dell'incredibile errore di valutazione posto in essere, e la non capacità e non volontà di perseguire una strada unitaria sacrificata sull'altare della propria supponenza e presunta (ma fallimentare) autosufficienza si conferma come una scelta assolutamente sbagliata, estranea alla tradizione locale e naturalmente perdente.
La controprova, la cartina di tornasole, lo dimostra il consenso ottenuto dalla nostra lista , 449 voti, ampiamente sufficiente (e determinante) per far vincere una lista unitaria di centrosinistra.
Se sommiamo anche i voti della lsita civica arrivata ultima "Difendiamo San Martino" i voti, in qualche modo "antagonisti", al centrodestra locale arrivano a 2000 circa.
Pur dovendo ricominciare da capo per l'ennesima volta, a San Martino non manca il terreno fertile per andare in un'auspicabile ricomposizione del quadro del centrosinistra. Il compito, tuttavia, non sarà né facile, né breve.
La nostra esperienza: "L'Unione della Sinstra- Italia dei Valori"
La nostra lista ha rappresentato una formula funzionale alla rappresentanza ideale e reale della parte di elettorato di nostra competenza ed è la risultanza conseguente di un processo politico unitario che ha saputo dare i suoi frutti. Questa esperienza non è figlia di imposizioni dall'alto o di particolari alchimie bizantine.
E' un'alleanza, una federazione, di forze politiche e di soggetti singoli accomunati da un una medesima visione delle cose della politica e della società.
Le forze politiche della Sinistra (Prc, Comunisti Italiani, Sinistra Democratica) e l'IdV non sono da consederarsi un elemento di secondo piano avendo dato a questa esperienza un contributo notevole in termini di persone, idee, risorse. E hanno reso possibile questo "laboratorio".
Insieme ad esse ci sono come "valore aggiunto" di particolare e fondamentale importanza una serie di p ersone motivate, preparate e attente che hanno reso in modo altrettanto credibile questa possibilità politica in modo tale che essa potesse avere vita e continuare ad elezioni avvenute
Laboratorio, perché? Perché le ragioni dello stare insieme per la Sinistra dovrebbero essere prevalenti sui distinguo. Nessuno deve rinunciare ad essere quello che è (comunista, socialista, democratico di sinistra, liberale, liberalsocialista, altro) ma tutti devono essere realisti nel comprendere che da soli, con partiti ridotti ai minimi termini, non si va da nessuna parte. E non si ha più nemmeno un potere contrattuale sufficiente per andare ad un confronto con le forze politiche maggiori. Il concetto di unità, laddove convitamente assunto, non è per forza di cose collidente col valore altrettanto importante della "diversità". Tutti e due gli aspetti, per'o, devono concorrere, attraverso il confronto e la necessaria dialettica, alla definizione di un importante quanto mai indispensabile denominatore comune.
Laboratorio perché si è riusciti a federare anche l'IdV in un'ottica di intesa tra tutte le forze "antagoniste" al Pd, cosa che dovrebbe avvenire anche a livello nazionale.
Questo laboratorio composto da partiti, movimenti, persone ha avuto un riscontro dalle urne.
Un dato superiore alla media nazionale (circa il 13%) ed è riuscito ad eleggere in minoranza il proprio candidato sindaco dopo cinque anni di assenza dai banchi del consiglio comunale.
Questo significa: che queste formule unitarie generano un naturale valore aggiunto e conseguono l'obiettivo della rappresentanza senza la quale si è tagliati fuori delle istituzioni con grave danno all'organizzazione di una coerente strategia politica.
"L'Unione", appunto (essere-insieme-a; condividere-con), "della Sinistra" (quella parte che va ricostruita nei fondamenti e nell'alfabeto e in cui tanti di noi si riconoscono e che dovrà continuare a rappresentare una fetta di dignità della politica italiana), e "con l'ldV" (perché è naturale che questo movimento condivida con la Sinistra questo processo di ri-composizione).

Il nostro ruolo nell'immediato e nel prossimo futuro.

Uno degli obiettivi principali di questo nostro "stare insieme" deve essere, alla luce di quanto prima enunciato, dare continuità e respiro al progetto delineatosi durante i mesi scorsi. Per due ragioni. In primo luogo perché sarebbe grave errore disperdere un patrimonio umano composto da persone per bene, preparate e non estranee alle logiche della "polis" che si sono distinte per volontà e interesse aderendo a questo laboratorio, e spendendo la propria biografia, cascuno secondo il suo pensiero, per dare un contributo alla buona riuscita dell'impresa.
In secondo luogo perchè riuscendo a dare continutà al laboratorio si potrebbe diventare, nel breve e medio periodo, esempio per le dinaminche politiche a noi sovrastanti: il livello provinciale, regionale e nazionale. Saremmo cosi in grado di dimostrare che l'unità è possibile, che l'unità come l'abbiamo intesa e perseguita noi, è un valore. Potremmo insegnare agli altri ed esportare la nostra esperienza senza certo pretendere di risolvere i problemi della politica generale. Potremmo però divenire un buon battistrada a cui fare riferimento. Per realizzare questo obiettivo sono da immaginare due livelli:
a) quello istituzionale: per sostenere e coadiuvare al meglio il nostro consigliere eletto nell'esercizio dellle sue funzioni secondo le modalità organizzative e di metodo che riterremo più opportune.
b)quello politico-culturale: cosa significa? Significa organizzare un minimo d'attività sul territorio secondo due parametri;
• il dato politico generale: intervenire su argomenti di rilievo generale

• il dato amministrativo locale: fungere da polo di informazione "alternativa" rispetto alla linea dettata dalla maggioranza incarica.
Stimolare dibattiti, confronti e, eventualmente, inserirsi nelle contraddizioni altrui. E assumere come dimensione territoriale i confini del collegio provinciale cercando di coinvolgere in queste nostre idee, esperienze politico-amminsitrative contigue alla nostra (Cava Manara, Zerbolò ecc.). Significa dotarsi di strumenti -anche artigianali – propri quali un foglio notizie periodico, volantini classici, organizzazione dibatti e incontri, presenza fisica sul territorio non solo con i gazebo ma attraverso la nostra visibilità. (non bisogna sparire per 5 anni e poi riapparire all'improvviso...). A tale proposito si potrebbero immaginare due livelli in termini di tempi:
- un primo tempo sperimentale (un anno) in cui si mantiene una struttra "mobile" e a "aperta" dove i componenti originari del gruppo della lista diventano "coordinamento" e questo coordinamento esprime un "coordinatore". In questo tempo potremmo continuare a mantenere come sede di riferimento il circolo del Prc di Cava. E cominciare ad allargare l'orizzonte.
- un secondo tempo dai tratti più ambiziosi dove si studia la possibilità di mutare questa coordinamento funzionante a tutti gli effetti in circolo unitario della sinistra e dell'IdV magari con sede a San Martino. Obiettivo certamente ambizioso e più difficile da realizzare ma a cui dobbiamo tendere in futuro prossimo. Tutto questo percorso, tutto questo complesso di proposte "in divenire" necessita di uno sforzo notevole. Tutto questo potrà essere realizzato e diventare "reale" a tutti gli effetti se tutti noi, nessuno escluso, ci adopereremo per far sì che il nostro laboratorio possa continuare.
Penso che tutti debbano essere consapevoli di tale impegno. Penso, allo stesso tempo, avendovi conosciuti tutti uno a uno, che non rinuncerete ( non rinunceremo) a provare a realizzare questa bella, ennesima sfida.

Emanuele Chiodini
S. Martino Siccomario, Luglio 2009

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